La permacultura è un metodo di progettazione agricola e ambientale che si basa sull’osservazione dei processi naturali per creare ecosistemi sostenibili e autosufficienti.
Nata negli anni ‘70 grazie agli studiosi Bill Mollison e David Holmgren, la permacultura si è evoluta in un approccio completo che va oltre l’agricoltura, includendo anche architettura, gestione delle risorse e stili di vita sostenibili.
In questa guida ci concentriamo sulla permacultura in agricoltura, sui suoi principi fondamentali e come muovere i primi passi seguendo questo approccio.
Cos’è la permacultura?
La parola permacultura deriva dalla fusione di “agricoltura permanente” e “cultura permanente”, riflettendo il suo obiettivo principale: creare sistemi autosufficienti, che si rigenerano nel tempo, senza sfruttare eccessivamente le risorse naturali.
A differenza dell’agricoltura intensiva, che tende a degradare il suolo e ad alterare l’ecosistema, la permacultura promuove un’agricoltura sinergica e naturale, in cui le piante, gli animali e i microrganismi collaborano tra loro, proprio come accade nei boschi e negli ecosistemi naturali.
In questo modo, si vuole evitare qualsiasi forma di sfruttamento eccessivo che porta all’impoverimento del suolo e alla sua progressiva perdita di fertilità.

I principi fondamentali della permacultura
La permacultura si basa su tre etiche fondamentali e dodici principi di progettazione, codificati da David Holmgren, che aiutano a creare sistemi produttivi in armonia con la natura.
Le 3 etiche della permacultura
- Cura della Terra: Proteggere e rigenerare il suolo, l’acqua e gli ecosistemi.
- Cura delle Persone: Garantire benessere e autosufficienza per le comunità.
- Condivisione delle Risorse: Limitare i consumi e distribuire equamente le risorse.
I 12 principi di progettazione
- Osservare e interagire: imparare dai modelli naturali.
- Catturare e conservare l’energia: sfruttare sole, vento e acqua in modo efficiente.
- Ottenere una resa sostenibile: massimizzare la produttività senza danneggiare l’ambiente.
- Autoregolarsi e accettare il feedback: adattarsi ai cambiamenti naturali.
- Usare e valorizzare risorse rinnovabili: ridurre gli sprechi.
- Non produrre rifiuti: riciclare e compostare tutto ciò che è possibile.
- Progettare dal generale al particolare: creare sistemi ben organizzati.
- Integrare invece di separare: favorire la cooperazione tra piante e animali.
- Usare soluzioni piccole e lente: evitare interventi drastici.
- Usare e valorizzare la diversità: biodiversità come garanzia di resilienza.
- Usare i margini e valorizzare il marginale: sfruttare ogni spazio disponibile.
- Rispondere ai cambiamenti con creatività: essere flessibili e innovativi.
I 12 principi di progettazione non riguardano soltanto l’agricoltura; sono linee guida per ogni aspetto degli insediamenti umani, per arrivare a costruire ecosistemi sostenibili e resilienti.
Come applicare la permacultura in agricoltura
L’agricoltura permaculturale si distingue per alcune tecniche chiave che aiutano a creare suoli fertili e autosufficienti, riducendo al minimo il bisogno di fertilizzanti artificiali e lavorazioni invasive.
- Coltivazione su suoli rigenerativi: Si evita di arare profondamente il terreno per non distruggere la struttura naturale e i microrganismi utili.
- Policoltura e consociazioni: Le piante vengono coltivate insieme per favorire la sinergia tra loro (es. la consociazione tra mais, fagioli e zucca, detta “Le Tre Sorelle”).
- Uso di compost e humus di lombrico: Per arricchire il suolo in modo naturale, evitando concimi chimici.
- Pacciamatura: Coprire il terreno con materiali organici (foglie, paglia, cippato) per proteggere il suolo dall’erosione e mantenere l’umidità.
- Raccolta e gestione dell’acqua: Creare laghetti, canali e sistemi di irrigazione passiva per ridurre il consumo d’acqua.
- Alberi da frutto e foreste commestibili: Creare ecosistemi autosufficienti con alberi da frutto, piante medicinali e arbusti.
- Allevamento integrato: Animali come galline e anatre vengono utilizzati per fertilizzare il terreno e controllare i parassiti.
L’obiettivo è lavorare con la natura e non contro di essa, ottenendo raccolti abbondanti e sostenibili nel lungo periodo.
Powercompost®: la soluzione ideale per la permacultura
Come abbiamo visto, uno dei pilastri della permacultura è la fertilità del suolo, che si ottiene senza l’uso di fertilizzanti chimici ma attraverso materie organiche di alta qualità.
Qui entra in gioco Powercompost®, un humus di lombrico puro e naturale, perfetto per chi vuole praticare la permacultura mantenendo il suolo sano e produttivo.
Powercompost®, infatti, offre molti benefici compatibili con i principi della permacultura:
- Rigenera il suolo naturalmente: aumenta la fertilità senza impoverire la terra.
- Migliora la struttura del terreno: favorisce l’aerazione e la ritenzione idrica.
- Favorisce la biodiversità microbica: stimola la presenza di batteri e funghi benefici.
- Svolge un’azione a lento rilascio: fornisce nutrienti costanti senza bisogno di concimazioni frequenti.
- È totalmente naturale e biologico: perfettamente in linea con i principi della permacultura.
Inoltre, Powercompost® non è utile solo per grandi coltivazioni: può essere utilizzato anche da chi desidera muovere i primi passi nel mondo della permacultura, iniziando con piccoli orti o con piante in vaso.
La disponibilità di molti formati diversi lo rende adatto a qualsiasi occasione!
La permacultura non è solo un metodo agricolo, ma un vero e proprio stile di vita, basato su sostenibilità, equilibrio e rispetto per la natura.
Se vuoi iniziare un progetto di permacultura, è fondamentale che tu scelga soluzioni naturali per la fertilità del suolo, che ti garantiscano la salute del terreno e delle piante a lungo termine.
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